Le fonti di chi rigetta la scienza climatica
Nella puntata del 3 dicembre di Virus, programma Rai condotto dal giornalista Nicola Porro, si è parlato di Clima; introducendo la Conferenza di Parigi, dove la comunità internazionale cerca un accordo per ridurre le emissioni di gas serra, si è messo in dubbio il Riscaldamento Globale di natura antropica. In uno spazio denominato fact-checking, un collaboratore di Porro proponeva l’affermazione: la Terra non è mai stata così calda. “Che poi è di questo che si parla”, ha spiegato Porro, sottolineando l’importanza della questione. Gli ospiti in sala, un divulgatore scientifico che rigetta la scienza climatica, e un parlamentare del Movimento 5 Stelle, l’hanno definita, come è ovvio, una falsità.
Porro, in un gesto che ha espresso tutto il suo disgusto per la “pomposa Conferenza di Parigi”, ha gettato a terra la scaletta del programma, e poi ha allargato le braccia come in segno di resa. Immagino abbia pensato: ma lo vedete che il Riscaldamento Globale è una bufala?
Subito dopo il collaboratore ha dato due precisazione: “sì, la Terra è stata più calda in passato: ad esempio 56 milioni di anni fa, la temperatura media era di 22°C, rispetto a quella odierna di 15°. La temperatura globale di oggi, però, è la più calda da che esistono misurazioni”.
Porro non si è scomposto, anzi, ha affermato: “Sì, ma voi capite che spendiamo un sacco di soldi in Conferenze come quella di Parigi per capire se la temperatura sia più alta o più bassa”. Il divulgatore che rigetta la scienza climatica se la rideva e, annuendo convinto, gli ha dato ragione.
Subito dopo Porro si è collegato con il fisico delle particelle elementari Antonino Zichichi (che tre anni fa incappò nell’abbaglio dei neutrini più veloci della luce); secondo Zichichi non si possono fare previsioni decennali sul clima, inserito come variabile all’interno di una funzione matematica.
In chiusura della puntata, sono stati proclamati i risultati di un sondaggio condotto via twitter, che all’inizio del segmento sul Clima poneva la seguente domanda: “Secondo voi gli scienziati ce la raccontano giusta sull’ambiente?”. Oltre il 70% di chi ha partecipato al sondaggio, rappresentativo di un 1,2 milioni di telespettatori, ha risposto di “no”.
Missione: negare il Riscaldamento Globale
Il 70% è più o meno la stessa percentuale con cui il deputato repubblicano del South Carolina Bob Inglis, nel 2010, perse il suo seggio al Congresso degli Stati Uniti. Inglis, vittorioso con maggioranze bulgare nelle precedenti votazioni, aveva affermato che il Riscaldamento Globale è ormai scienza: come raccontato nel documentario “Clima di Dubbio” della PBS, è la sola ragione per cui è stato severamente punito dal suo elettorato.
In quegli anni, dal 2008 fino al 2014, parlare di taglio alle emissioni di gas serra era diventato tabù per i politici americani; la narrativa anti-establishment del Tea Party, esplosa dopo la Crisi del 2008, identificava il tema con un peggioramento dell’ economia, perché toccava il vasto settore del carbon-fossile.
Il Tea Party fu cavalcato e supportato finanziariamente dai Koch Brothers, colosso americano del carbone e del petrolio, in un circolo vizioso che comprende chi ha instillato il clima di dubbio su fatti scientifici acquisiti.
A fomentare gli elettori repubblicani contro la scienza del Cambiamento Climatico, infatti, ha contribuito una manciata di think tank neoliberisti, finanziati proprio dai giganti del carbon-fossile. Il più influente è l’Hearthland Institute, supportato finanziariamente dal gigante petrolifero Exxon e dai Koch Brothers; un pugno di attivisti, attraverso conferenze, documentari e pubblicazioni contro “la bufala del Riscaldamento Globale”, è riuscito a imporsi a livello mediatico: su certi canali televisivi, parlare di aumento delle temperature globali divenne un’eresia. Se prima del 2008 un leader repubblicano come Newt Gingrich sosteneva la lotta al Cambiamento Climatico, nel 2012 si cospargeva il capo di cenere per quella che definiva una sciocchezza.
In pochi anni nessun repubblicano era disposto ad ammettere la realtà del Riscaldamento Globale, nemmeno James Sensenbrenner, vice-presidente della Commissione Scienza, Spazio e Tecnologia: che l’uomo sia responsabile del Cambiamento Climatico, spiegava Sensenbrenner alla PBS, è un’opinione del tutto discutibile.
Negli Stati Uniti, di fatto, i Repubblicani hanno bloccato tutte le iniziative nazionali e internazionali per tagliare le emissioni di gas serra. Uno dei più rabbiosi contro la lotta ai Cambiamenti Climatici è il Senatore Jim Inhofe, ex Presidente della Commissione Ambiente: le sue campagne elettorali sono state finanziate per oltre 500.000 dollari dai giganti del gas, del carbone e del petrolio. Inhofe ha ripetutamente definito il Riscaldamento Globale la più grande bufala di tutti i tempi.
Se un repubblicano segnala una referenza per argomentare la sua visione sul tema, cita invariabilmente i libri di Fred Singer, un fisico che da anni rigetta la scienza climatica, e nega il Riscaldamento Globale. Singer, come è stato svelato dall’autorevole blog DeSmog, riceve 5.000 dollari mensili dall’Heartland Institute, e i suoi studi sono stati finanziati da Exxon e i Koch Brothers.
Sono un centinaio le associazioni che finanziano le ricerche che negano il Riscaldamento Globale antropico. Secondo il Guardian, a loro volta hanno ricevuto almeno 120 milioni di dollari, nel corso di un decennio, da parte di numerose compagnie del carbon-fossile. Un altro canale che finanzia i negazionisti è il Donors Trust, un ente che negli anni ha elargito centinaia di milioni di dollari per contrastare la cultura “liberal”, e dietro cui, si sospetta, agiscono anche i colossi del carbone, del petrolio e del gas.
Donors Trust, come ha sverlato EnergyDesk, paga scienziati e professori disposti a sollevare dubbi sul legame tra carbon-fossili e Riscaldamento Globale; contro ogni etica accademica, fanno passare le loro ricerche come frutto di lavoro indipendente.
Uno di questi è un fisico di Princeton, il professor William Happer, consigliere sul clima del candidato alle primarie repubblicane Ted Cruz, uno dei favoriti alla Casa Bianca.
Negazionisti climatici o difensori del neoliberismo?
Le teorie negazioniste di Fred Singer, secondo cui non vi è stato alcun aumento di temperatura negli ultimi 20 anni, sono già state smascherate. Singer utilizza il metodo del going down the up escalator: isola diminuzioni di temperatura in un arco di tempo delimitato, mentre la tendenza generale è in costante aumento. Per questo motivo uno come Singer, sebbene l’ultima decade sia la più calda mai registrata, può ripetere all’infinito il contrario.
In Italia Fred Singer è pubblicato dalla casa editrice 21mo Secolo, la quale annovera l’autore italiano più citato quando si tratta di rigettare la scienza climatica: il chimico e divulgatore scientifico Franco Battaglia. Da una decina di anni Battaglia è anche editorialista de Il Giornale, testata di cui Nicola Porro è vice-direttore. Anche Zichichi scrive libri per la 21mo Secolo; e pure Mario Giaccio, citato in un recente articolo del Foglio, in cui si ridicolizza la lotta ai Cambiamenti Climatici: in un suo libro, Giaccio, ordinario di Tecnologia ed Economia delle Fonti Rinnovabili dell’Università di Chieti-Pescara, svelerebbe la radice socialista della lotta ai Cambiamenti Climatici, definita l’ideologia del “Climatismo”.
E’ un fatto che in Italia le voci più critiche contro la scienza del Riscaldamento Globale appartengano a un’area di ammiratori dei Repubblicani Usa e del neo-liberismo: vedono nelle politiche ambientaliste il tentativo da parte dello Stato, o delle organizzazioni sovra-nazionali, di imporre regole al mercato. Per loro il Riscaldamento Globale è un falso mito usato per imbrigliare il capitalismo; con la conseguenza, tra l’altro, di bloccare l’uscita dalla povertà di miliardi di persone.
Tuttavia, come i Repubblicani americani, questa schiera di politici e giornalisti non si limita a criticare il contrasto al Cambiamento Climatico da un punto di vista economico, non gli basta sbeffeggiare Naomi Klein, attivista che evidenzia le storture del neoliberismo: vogliono aver ragione sul piano della conoscenza, ignorando il consenso tra decine di migliaia di scienziati di tutto il mondo, che da decenni osservano i Cambiamenti Climatici.
Negando il Riscaldamento Globale, naturalmente si chiudono gli occhi di fronte ai rischi che questo fenomeno comporta: scioglimento dei ghiacci, innalzamento degli oceani, sommersione delle regioni costiere, aumento in frequenza e intensità di eventi climatici estremi, migrazioni di massa.
Poi, magari, in loro soccorso arriva il rifiuto di Luisa Cifarelli, Presidente dalla SIF (Società Italiana di Fisica), a firmare il Documento sui Cambiamenti Climatici, sottoscritto da 12 associazioni scientifiche italiane in vista della Conferenza di Parigi. Secondo la Cifarelli non si ha la certezza assoluta che “l’influenza umana sul sistema climatico sia inequivocabile”. Per motivare questa posizione, definita da più parti grave e irresponsabile, la Cifarelli spiega che non esiste un’equazione del Clima. Usando lo stesso approccio ed escludendo il metodo scientifico dell’osservazione, l’Evoluzionismo sarebbe da trattare come una teoria opinabile.
La posizione della Cifarelli è stata immediatamente strumentalizzata per dire: ecco, vedete, gli scienziati non sono affatto concordi.
Secondo l’IPCC, il foro scientifico delle Nazioni Unite che studia il Cambiamento Climatico, la probabilità che l’azione umana sia la diretta conseguenza del Riscaldamento Globale è compresa tra il 95 e il 100%.
Oggi, a parte una larga fetta di Repubblicani Usa, e influenti giornalisti italiani, sono poche le voci disposte a negare il Riscaldamento Globale. In questi giorni hanno fatto la loro comparsa a Parigi il pugno di attivisti dell’Heartland Institute, compreso Fred Singer; pensavano di rubare la scena a livello mediatico, per “riportare la scienza al centro della discussione sul Clima”: alla COP21, però, nessuno li prende seriamente, come riporta un articolo di Politico.
Purtroppo, però, sono estremamente serie le conseguenze della loro attività; Miguel Arias Cañete, Commissario Ue per l’Ambiente e l’Energia, spiega che alla COP21 purtroppo l’accordo non sarà vincolante: sanno tutti, dice Cañete , che il Congresso Usa, con i Repubblicani in maggioranza, rigetterebbe l’imposizione di tagliare le emissioni di CO2.
Oggi, ufficialmente, perfino la Exxon, che per anni ha dato benzina all’Heartland Institute, ammette il Riscaldamento Globale antropico; come del resto lo fanno le maggiori compagnie petrolifere del mondo. In realtà, già dalla fine degli anni ’70, la Exxon aveva condotto studi scientifici che legavano senza ombra di dubbio la CO2 al Riscaldamento Globale, e paventavano gli scenari a cui stiamo andando incontro; questi studi non li ha mai resi pubblici. Per questa ragione il General Attorney dello Stato di New York Eric Schneiderman sta indagando Exxon: vuole capire se nella sua condotta si configurino reati; un’accusa contestata ad altre compagnie del carbon-fossile.
Una strada, quella giudiziaria, intrapresa anche nelle Filippine: la commissione parlamentare dei diritti umani indagherà oltre 50 colossi energetici, tra cui l’Eni, in relazione al catastrofico tifone che colpì il Paese nel 2013. Come riportato in un articolo della Reuters, si stanno moltiplicando in tutto il mondo le azioni legali per costringere gli Stati a limitare i gas serra, o per definire le colpe di chi ha celato i rischi del Riscaldamento Globale.
Uno scenario che ricorda esattamente l’evoluzione dell’industria del tabacco: per decenni negò qualsiasi legame tra fumo e malattie, e oggi è costretta a scriverlo a caratteri cubitali nei prodotti che vende.
In un articolo del 1956, il New York Times scriveva: “Il Riscaldamento Generale occorso negli ultimi 60 anni è da imputarsi in parte al biossido di Carbonio (CO2)”.
Dopo 65 anni di conferme da parte della scienza, è bastato che Nicola Porro allargasse le braccia sbraitando, perchè il campione rappresentativo di 1,2 milioni di persone dica “no, gli scienziati non ce la raccontano giusta”.
Come dire: il minimo battito d’ali di un giornalista può scatenare un uragano di dubbi sull’intera comunità scientifica.
di Cristiano Arienti
http://www.valori.it/ (mese di novembre)
http://www.exxonsecrets.org/html/index.php
https://www.washingtonpost.com/opinions/even-exxonmobil-says-climate-change-is-real-so-why-wont-the-gop/2015/12/06/913e4b12-9aa6-11e5-b499-76cbec161973_story.html?utm_content=buffer5f857&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer
http://energydesk.greenpeace.org/2015/12/08/exposed-academics-for-hire/
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9485363f-61a1-4505-9414-f65dcb29da98.html#p=0