Crisi ucraina: lo scontro è Russia-Occidente
La Commissione europea ha presentato le sanzioni alla Russia, in relazione all’abbattimento del volo passeggeri MH17 in Ucraina, avvenuto lo scorso 17 luglio, con 298 morti; sono state preparate anche per l’aggravarsi della guerra tra Kiev e i separatisti, supportati militarmente da Mosca. Le sanzioni, che dovranno essere esaminate dai 28 leader degli Stati membri, prevedono il congelamento delle relazioni economiche e finanziarie con istituti bancari e società russe a partecipazione statale, comprese quelle del settore energetico. Dall’inizio della crisi, dall’annessione della Crimea da parte della Russia lo scorso marzo, le persone vicino a Putin colpite dalle sanzioni promosse dagli Stati Uniti ammontano a 87. Con l’Ue, anche il Canada e l’Australia sono intenzionate a percorrere questa via per punire la Russia, accusata di aver schierato in Ucraina la batteria missilistica (Buk) che avrebbe abbattuto l’MH17. Putin viene anche accusato di aver ordinato un’escalation militare tra Russia e Ucraina: secondo Kiev e il Dipartimento di Stato Americano, lo scorso 23 luglio la Russia avrebbe abbattuto due jet S-25 dell’aviazione ucraina, mentre volavano vicino a dove è precipitato l’MH17; e inoltre, sempre secondo il Dipartimento di Stato Americano, la Russia avrebbe iniziato a colpire obiettivi militari ucraini con artiglieria.
Secondo la Associated Press (AP), il Buk russo sarebbe entrato in territorio ucraino la mattina del’ 17 luglio, e dopo aver abbattuto l’MH17 per errore, sarebbe tornato al di là del confine. Questa ricostruzione è basata su:
– il fatto che i ribelli nella stessa area avessero abbattuto una decina di velivoli nei giorni precedenti il disatro del MH17
– testimonianze oculari e audiovisive del passaggio di un Buk nell’area di Shnizne poche ore prima del disastro
– intercettazioni fornite da Kiev tra un ribelle che ha avvistato l’aereo e un altro che ha allertato l’equipaggio del Buk a lanciare il missile
– la tempistica dell’abbattimento e la “fuga” del Buk
– le celebrazioni da parte di alcuni capi ribelli postate sui social media, salvo poi toglierle non appena si sono resi conto di aver abbattuto un volo passeggeri
A questo si aggiunge “l’ammissione” di Alexander Kodakhovsky, un leader ribelle: in un’intervista alla Reuters ha detto di aver saputo che i separatisti avrebbero avuto un Buk a disposizione il giorno dell’abbattimento del MH17. Kodakhovsky ha anche aggiunto che l’abbattimento del MH17 è colpa di Kiev, perché avrebbe permesso voli passeggeri in una regione dove erano stati già abbattuti aerei dai filo-russi.
La ricostruzione dell’AP coincide, grosso modo, con quelle di Kiev e del Dipartimento di Stato Americano. Gli Stati Uniti, poi, per voce del segretario di Stato John Kerry, hanno detto di avere immagini inoppugnabili che il Buk russo a Shnizne ha effettivamente abbattuto l’MH17. Tuttavia queste prove non sono state ancora rese pubbliche per “motivi di sicurezza”. Anche le altre accuse mosse dagli Stati Uniti, l’abbattimento dei due S-25 e i colpi di artiglieria su obiettivi militari partiti da territorio russo, non sono sostenute da prove. Matt Lee, corrispondente AP presso il Dipartimento di Stato Americano, ha più volte espresso il suo stupore alla portavoce Marie Harf: “noi dobbiamo credere a queste accuse perché ce lo dite voi, non perché presentate delle prove.”
Al contrario la Russia, lo scorso 21 luglio, ha offerto una ricostruzione del disastro basata su immagini satellitari e dati radar che sono già a disposizione per la futura inchiesta indipendente. I vertici militari russi accusano:
– l’aviazione civile ucraina avrebbe deviato di 200 chilometri la rotta abituale del MH17, dirigendolo più a nord, in una zona di guerra; giorni prima a Shnizne era stata bombardata da caccia ucraini, e 11 persone avevano perso la vita; alcuni velivoli di Kiev, in quella regione, erano già stati abbattuti dai ribelli
– l’esercito ucraino disponeva di varie batterie missilistiche anti-aeree nell’area del disastro
– un jet S-25 volava a pochi chilometri di distanza dal MH17
Il dipartimento di Stato Americano ha bollato le ricostruzioni dell’esercito russo come una macchinazione propagandistica. I media occidentali hanno riportato la conferenza, senza entrare nello specifico della documentazione.
A oggi l’Ucraina non ha reso pubbliche le registrazioni tra le torri di controllo e l’MH17, e non ha rilasciato commenti circa la deviazione dell’aereo rispetto alla rotta abituale. Questi dati sono contenuti nelle scatole nere, consegnate in buone condizioni dai ribelli russi agli investigatori malesi. La società che si sta occupando del recupero dei dati ha anticipato che ci vorranno giorni prima che i risultati vengano resi pubblici (fonte).
Serviranno due filoni di indagine separati: stabilire chi ha abbattuto l’aereo della Malaysia Airlines, e capire perché l’MH17 ha deviato la rotta di 200 chilometri finendo in una zona di guerra. Intanto l’Olanda, uno dei Paesi maggiormente coinvolti nel disastro con 200 vittime, ha inviato una squadra di indagine per recuperare tutti i resti umani e i reperti dell’aereo; insieme alla Malesia, guiderà l’indagine. L’Australia, un altro Paese colpito dalla tragedia, intende inviare personale armato per vigilare l’area, ed evitare che i separatisti inquinino il materiale probatorio, un’accusa già piovutagli addosso.
Il premier malesiano Rajib Nazak ripete che l’inchiesta dovrà accertare tutte le responsabilità.
Intanto, però, per l’Occidente Putin e la Russia sono gli unici colpevoli dell’abbattimento dell’MH17. Le sanzioni hanno lo scopo di fermare il coinvolgimento di Mosca nella guerra civile in Ucraina, a causa della quale 230.000 persone si sono già rifugiate in Russia (fonte ONU). Tuttavia potrebbero non sortire l’effetto voluto, qualora Putin ritenesse le regioni russofone dell’Ucraina dell’est troppo importanti sul piano politico e strategico. Anzi, rischiano di peggiorare in modo irreparabile le relazioni internazionali prima che l’indagine presenti risultati certi.
Intanto Putin, già capo dei servizi segreti della Russia prima di diventarne il padrone, ha rilasciato una dichiarazione riguardo alle decisioni dell’Ue: “le sanzioni mettono in pericolo la cooperazione contro il terrorismo.”
E questa è una delle minacce future del nostro tempo, oltre al rischio concreto che in Ucraina si stia preparando il campo di battaglia di uno scontro tra Occidente e Russia.
di Cristiano Arienti
In copertina: Foto AP – Cratere recentemente scoperto in Siberia