Perchè lascio Goldman Sachs – Il commento di Cenk Uygur
Il 14 Marzo il New York Times ha ospitato sulla pagine delle lettere un articolo firmato da Greg Smith, ex vicepresidente esecutivo di Goldman Sachs, specializzato nel comparto derivati per il Medio oriente; Smith denuncia la perdita di etica nella grande banca d’investimento americana. Ecco il commento di Cenk Uygur di The Young Turks.
“Perchè sto lasciando Goldman Sachs – Cenk Uygur di The Young Turks”
Devastante articolo uscito sulla pagina delle lettere oggi sul New York Times, “Perchè lascio Goldman Sachs“, di Greg Smith, che ha lavorato alla Goldman Sachs per 12 anni. Nella lettera Smith spiega la terribile cultura che sta avendo la meglio in quell’azienda, e cioè fregare i propri clienti per fare più soldi. Smith dice: ‘pensavo che il nostro business fosse aiutare i nostri clienti; un tempo avevamo la cultura giusta alla Goldman Sachs, ma in pratica è stata distrutta’. Smith fa i nomi dei colpevoli: Lloyd Blankfein, amministratore delegato di Goldman Sachs, e Gary Cohn, il presidente . Smith ha spiegato alcune delle cose che stanno succedendo alla Goldman Sachs, e cito:
“Il clima e la cultura sono qualcosa di tossico e distruttivo”.
Poi ha detto: “c’è un declino nella fibra morale dell’azienda”, e che “lì ci sono persone in bancarotta morale”.
Quindi descrive come alla Goldman trattano i loro clienti; Smith dice che vengono chiamati “marionette”, e sono considerati “gente facilmente manipolabile”, e che “vengono sbeffeggiati”. Inoltre Smith dice come alla Goldman pensano che “ai clienti bisogna cavare gli occhi”; ecco il linguaggio usato per i loro clienti. L’idea che prevale è: “dobbiamo farci pagare”, questa è la principale forza ispiratrice della Goldman Sachs.
Bene, Smith entra nei particolari su come i clienti vengono fottuti. Cito:
“Le persone alla Goldman tentano di andare ben oltre i limiti? Cercano di piazzare prodotti lucrativi e complicati anche se non sono gli investimenti più semplici o non sono in linea con gli obiettivi del cliente? Certo che sì, e questo avviene ogni giorno.”
Quindi, tradotto: l’investimento non supporta gli interessi del cliente? E chi se ne frega! Sono ‘marionette a cui bisogna cavare gli occhi!’ Freghiamoli, sono solo utili per i nostri interessi!
Ora tenete a mente che queste banche d’investimento dovrebbero rappresentare gli interessi dei clienti, e sono pagate per farlo. E quello che sta dicendo Greg Smith è completamente diverso, del tipo: ‘riceviamo i soldi dai clienti, ma nel frattempo li usiamo per i nostri investimenti. In moltissime situazioni i nostri clienti sono vittime, li mettiamo in condizione di perdere perchè sappiamo bene come andranno a finire gli investimenti’.
Noi sappiamo che è così grazie all’indagine del senatore Carl Levin, che ha scoperto email interne alla Goldman in cui operatori deridevano i clienti, perchè gli avevano piazzato “affari di merda” solo per fare più soldi. Sappiamo dell’affare in cui la Goldman ha valutato un prodotto insieme a John Paulson, che amministra l’omonimo hedge fund: hanno preso appositamente la peggior obbligazione ipotecaria (ndr: mortgage), l’hanno infilata in quel prodotto che poi è stato venduto ai clienti europei (ndr: vedi Grecia). La spacciavano per un grande affare.
Poi cos’è successo? Girato l’angolo, Goldman e John Paulson hanno scommesso contro quelle stesse ipoteche. Non potevano comportarsi peggio di così.
Quindi Smith, che ha lavorato all’interno della Goldman Sachs per 12 anni, illustra i vari modi con cui i clienti vengono fottuti. Cito:
“Execute on firm’s axes (ndr: ‘proponete le perdite dell’azienda)’, era l’espressione usata in Goldman per convincere i nostri clienti a investire in azioni o prodotti di cui vogliamo sbarazzarci perchè non più considerati come potenziali profitti”.
Quindi, questo è uno dei vari modi per fottere i clienti, lo chiamano “axes”. Funziona così, ecco cosa pensano gli operatori: ‘abbiamo questa roba che ci appartiene, e la dobbiamo vendere a tutti i costi’.
Tanto per capirci, è il motivo per cui Volker ha introdotto la Volker Rule (ndr: contenuta nella Dodd-Frank), cioè separare le banche d’investimento al servizio di clienti dal trading in proprio (proprietary trading); Volker vuole mettere da parte il trading in proprio, che è lo scambio sul mercato che gli operatori fanno a loro vantaggio. Se noi non ci sbarazziamo del proprietary trading, gli operatori continueranno a pensare solo al loro profitto. Loro pensano: ‘ok, bene, quello che vogliamo scaricare da questa roba che ci appartiene lo vendiamo al cliente, la nostra vittima’.
Quindi, perchè qualcuno vorrebbe fare affari con Goldman Sachs? Voglio dire: abbiamo un insider che è stato vicepresidente e che sta dicendo: ‘cercano di cavarti gli occhi, ed ecco perchè fanno così!’
Ora un altro modo, lo chiamano ‘la caccia agli elefanti (hunt elefanths)’, e cito: “devi spingere i tuoi clienti, alcuni dei quali sono molto preparati e altri no, a scambiare qualsiasi cosa porti il maggior vantaggio alla Goldman Sachs”.
In pratica dice: ‘al diavolo il loro interesse, vendiamogli le nostre perdite, ecco cosa facciamo a queste marionette.
Ed ecco il punto finale nella lettera di Greg Smith: “Trovatevi nel posto dove il vostro lavoro è scambiare qualsiasi prodotto illiquido, opaco e denominato con un acronimo a tre lettere.”
Ora perchè questo è importante? E’ importante che sia opaco, così non c’è un mercato limpido per quel prodotto, la gente non ne conosce i reali prezzi. E’ così che Goldman Sachs può stabilire i prezzi a proprio vantaggio. Quindi prendono la gente e gli dicono: ‘Oh, quel prodotto vale 20 dollari, è un affare, fai in fretta ad acquistarlo.’ E intanto alla Goldman lo hanno comprato a 10 dollari. Sono loro che fanno la differenza di prezzo. Tutto il sistema si basa su come fare soldi fregando il tuo cliente.
Questo articolo è disastroso per Goldman Sachs. E come ha replicato la banca? Bè, ecco che partono gli attacchi contro Greg Smith, che ha osato parlare contro Goldman Sachs. Lloyd Blankfein and Gary Cohn hanno mandato una lettera a tutti i loro dipendenti dicendo, e cito:
“In un’azienda grande come la nostra non è una sorpresa che alcuni possano sentirsi scontenti”.
Certo. E’ solo un ex dipendente scontento! Dai, non state a sentire questo tizio, Greg Smith, è scontento!’
Punto numero due della lettera di Blenkfein e Cohn:
“Nell’azienda, a tutti i livelli, l’89% di voi si ritiene soddisfatto per quello che l’azienda vi fornisce.”
Ah, capisco, avete fatto un’indagine interna in cui i vostri stessi dipendenti dicono ‘ok, siamo contenti di voi’. Davvero? Avete fatto un’indagine interna e l’89% di voi è contento? Wow! E’ davvero convincente. Ma andiamo!
Quindi, Goldman Sachs si difenderà usando tutte accuse contro questo individuo. Nei prossimi giorni sentiremo che Greg Smith ha fatto questo, ha fatto quest’altro, ha scambiato questa roba, ha agito per il proprio interesse, e che in realtà era lui a fare cose sbagliate per i clienti! Lanceranno contro Smith ogni tipo di accuse. Ma ancora più importante, chi sostiene Goldman Sachs? L’intero mondo dei mezzi di informazione che si occupa di finanza. Sulla Cnbc: ‘ah, chi è questo tizio? In fondo se la gente non volesse fare affari con Goldman Sachs non lo farebbe, è un libero mercato dopotutto. Quindi, di che cosa si sta lamentando Greg Smith?’
Aspettate un momento: non è un libero mercato. Ci sono davvero pochi soggetti che sono ‘market makers’ nel mondo finanziario. Se un azienda o un hedge fund vuole fare scambi su grande scala sul mercato, c’è un numero davvero ristretto di persone a cui possono rivolgersi. Infatti adesso c’è meno competizione, perchè Goldman ha avuto un ruolo nell’affossare prima Bearn Stearns e poi Lehman Brothers. Da quando sono stati eliminate quelle banche, ci sono meno opzioni. Siete costretti a rivolgervi alla Goldman. E la Goldman si sfrega le mani, perchè è pronta a ‘cavarvi gli occhi’.
Ma la Cnbc non lo riporta, forse perchè in realtà all’emittende preme proteggere la Goldman. Il magazine Forbes ha fatto qualcosa di molto simile. Nathan Vardi ha già scritto un articolo sull’argomento,che dice, cito:
“Con le dimissioni di Greg Smith e la sua lettera nella pagine delle opinioni del New York Times, stiamo assistendo in prima fila alla crisi di mezza età dell’executive di Goldman Sachs.”
Ma certo, è la crisi di mezza età di un dipendente scontento. E’ chiaro che ha ragione Goldman Sachs. M’immagino Vardi, ‘Stiamo facendo bene il nostro lavoro, mio signore Goldman Sachs?’
Poi Vardi insinua che il ruolo di Smith non era di alto livello, in fondo ci sono molti vicepresidenti alla Goldman Sachs. Ma si, è un tizio di basso profilo, cosa volete che capisca. Vardi poi continua:
“Ha aspettato fino al 2012 per svegliarsi? Gli ci sono voluti 12 anni per capire che ci fosse qualcosa di tossico?” Perchè non si è lamentato prima?
Questi sono i classici attacchi contro chi fa questo tipo di soffiate. E Vardi si premura a dire: ‘non è uno che ci spiega come funzionano le cose, ma è un dipendente scontento’. E ancora: ‘lavorava alla Goldman, doveva lamentarsi prima!’
Ma Smith lo spiega subito all’inizio della sua lettera: ‘guardate, quando sono entrato in Goldman non era questa la cultura’.
E comunque ci sono delle cose che non sono state dette, e che hanno contribuito a cambiare la cultura a Goldman Sachs. […] Quello che la Cnbc e altri big dell’informazione non dicono è che Goldman Sachs era una una società a capitale privato; quindi se la banca perdeva soldi, in realtà erano i soci a perdere denaro. Anche perdere i clienti nuoceva ai soci. Poi però si sono trasformati in una società a capitale pubblico. Quindi, ora che è una società per azioni, agli executive non importa un bel niente degli azionisti, dei valori a lungo termine e dei clienti. Agli executive interessa una cosa sola: ‘quanti soldi sto facendo oggi?’ E non devono sopportare nessuno dei risvolti negativi. Quindi se l’azienda va a rotoli o i clienti si impoveriscono Blankfein e Cohn dicono: ‘e chi se ne frega; quanti soldi ho fatto?’ In passato gli sarebbe importato eccome, perchè in quel caso non avrebbero guadagnato, ma avrebbero perso soldi. Invece ora è un problema degli azionisti. ‘I soldi me li prendo lo stesso e me ne scappo via’. Ricordate? E’ quello che è accaduto con Nick Fuld alla Lehman. Se n’è uscito con 600 milioni di dollari da un’azienda in bancarotta. E chi se ne frega per quelli che sono andati sotto. Quindi, questa è la situazione che abbiamo con gli executive, che hanno imbrigliato il sistema, lo hanno reso perverso, e rovinato; e lo hanno trasformato in questa cultura tossica. Come ha spiegato Greg Smith, è quello che è accaduto negli ultimi 12 anni. E ha fatto un ottimo lavoro nello spiegare come questo è successo.
Alla fine Nathan Vardi dice: “Se quegli investitori non sono ancora entrati in affari con la Goldman, saggiamente, ora, non lo faranno.”
In altre parole: ‘Ma dai, vi abbiamo già avvertito che Goldman Sachs potrebbe badare ai propri interessi. Sta a voi proteggere i vostri interessi. Voi avreste dovuto essere un po’ più attenti per evitare che Goldman Sachs vi fottesse. Quindi è colpa vostra se Goldman Sachs vi ha fottuto’.
Ma come vi ho spiegato prima, non ci sono molte altre opzioni; ci sono solo poche altre banche a cui rivolgersi. In pratica non ci sono altri modi per fare affari, perchè le “troppo grandi per fallire (too big to fail)”, sono diventate ancora più grandi dopo il 2008. Quindi questa è la disastrosa situazione in cui ci troviamo, e Greg Smith ce lo ha messo nero su bianco.
di Cenk Uygur
Traduzione di Cristiano Arienti
In coperina: La vocazione di San Matteo, di Caravaggio.