Rastani e l’euro sull’altare della Bbc
Negli ultimi giorni sulla Bbc, la televisione pubblica britannica, sono andati in onda due violentissimi attacchi all’euro, episodi che dovrebbero mettere in guardia l’Unione Europea: con tutta evidenza sta diventando la vittima predestinata di chi è alla ricerca di una stabilità, come Stati Uniti, ma anche di membri Ue scettici, come la Gran Bretagna, che viaggia a sterlina. Sull’altare del sacrificio, soprattutto, viene sospinta da chi è alla ricerca di nuove frontiere di guadagno, come le banche e gli istituti finanziari.
Il 26 di settembre durante un’intervista live sulla Bbc Alessio Rastani, sedicente trader, ha dato per spacciato l’euro; ha spiegato che la crisi del debito degli stati europei brucerà il mercato entro dodici mesi, generando il temuto secondo crollo dopo quello del 2008. Uno scenario che Rastani definisce il sogno dei trader, perchè moltiplicherebbero i loro guadagni. In fondo, dice, il loro lavoro è fare soldi, senza curarsi degli impatti di una crisi così devastante sulla gente comune. Queste affermazioni hanno fatto il giro della rete, insieme alla rivelazione che il mondo non è guidato dai governi nazionali ma da una banca, la Goldman Sachs, che pensa solo ai suoi interessi e non alle soluzioni dei problemi globali. Rastani resta un personaggio ambiguo. Davanti alle telecamere si è definito un trader indipendente, ed è per questo che la Bbc lo ha intervistato, per dare al pubblico il punto di vista di un insider del mercato. Infatti ha invitato ad “agire”, a proteggere i propri beni, a investire sul dollaro. Quando il suo video è diventato virale, il caso è scoppiato: chi è Alessio Rastani? In molti hanno pensato a una bufala, o peggio a un burattino che fa gli interessi di qualcuno. Il giorno dopo sul Telegraph è apparsa un’intervista apparentemente rassicurante: per Rastani giocare in borsa sarebbe più un hobby che un lavoro: lui in realtà si definisce un “public speaker”, cioè un’oratore: sostanzialmente è una persona in cerca di attenzione. I mainstream media si sono affrettati a sgonfiare il caso, facendolo passare per una bufala. Tuttavia rimane il dubbio: perchè la Bbc ha dato la parola in diretta a un personaggio tutto sommato oscuro? Peggio, a un oratore conosciuto più per le sue idee piuttosto che per gli scambi in borsa?
Il primo pensiero è che Rastani confermi in pieno lo studio Scharrer-Noll pubblicato dall’Università di San Gallo, che ha messo a confronto un gruppo di trader con un gruppo di psicopatici di fronte a delle prove. I trader agirebbero senza tener conto delle conseguenze sistemiche delle loro azioni, risultando ben più distruttivi rispetto al gruppo di psicopatici. Bene, la Bbc ha smascherato il lato peggiore della finanza! Sempre che non si tratti di una bufala. Poi però si rivede Rastani sulla Cnn, e anche da quel pulpito ha ripetuto la sua ricetta: “preparatevi, il peggio sta per arrivare, i governi non riusciranno a risolvere la crisi del debito europeo”. Questa volta ci va giù ancora più pesante: anche sette anni fa alcuni economisti (Roubini) hanno previsto la crisi del credito bancario e non sono stati ascoltati. Quindi, milioni di persone hanno sentito con le loro orecchie qualcuno che gli dice: “ascoltatemi, l’euro (e quindi, fra le righe, l’Unione Europea) è spacciato, agite”. Quanto sia stato preso sul serio Rastani è presto detto: il punto non è più a che titolo abbia discettato sul futuro collasso dell’euro, ma il merito delle sue affermazioni, come dimostrano gli speciali di The Young Turks e Russia Today. Il dibattito pubblico oltreoceano non è più sulla tenuta dell’euro, ma quando collasserà. In realtà anche oltremanica, in Gran Bretagna, i giudizi sull’Unione Europea assomigliano a verdetti senza appello. Sempre sulla Bbc, durante uno speciale sulla crisi del debito europeo, l’editorialista del Daily Telegraph Peter Osbourne ha dato dell’idiota per partito preso ad Amadeu Altafaj, portavoce del commisario Ue all’economia Ollie Rehn. Secondo Osbourne non è più il tempo di assecondare gli “idioti” di Bruxell: bisogna “agire”, la Grecia deve uscire dall’euro. Opinione sostenuta nello stesso programma da Richard Lambert, ex giornalista del Financial Times, che ritiene improbabile il collasso dell’euro, ma pure una politica fiscale comunitaria. Poi, una frase buttata lì a caso: “bisogna trovare il modo di far uscire la Grecia e la Germania dall’euro”. Lambert, invitato a spiegarsi, ha specificato che la Germania dovrebbe aiutare la Grecia a uscire dall’Euro, ma in un clima così disfattista intorno all’Unione Europea, una frase sbagliata genera qualsiasi tipo di interpretazione. Non c’è nulla da interpretare, invece, su un report speciale di MoneyMorning, quotidiano online americano che consiglia ogni giorno circa 500.000 investitori: “a causa del suo debito, l’Italia è la prossima Grecia”. Avverte che è il momento di “agire”, perchè “il probabile crollo dell’Italia spezzerà la schiena all’Unione Europea”. “Agire”, la stessa parola usata da Rastani per spiegare che si possono fare molti soldi mentre l’euro crolla e il mercato brucia.
A più riprese, negli ultimi giorni, perfino Tim Geithner, segretario del tesoro americano, ha manifestato pessimismo nei confronti dei suoi omologhi europei: ripete che nel vecchio continente esiste il serio rischio di un default a cascata. Uno scenario catastrofico per i 500 milioni di europei.
Il 29 settembre il parlamento della Germania ha votato sì al potenziamento dell’Efsf, il “fondo salva stati”, lo strumento che permette all’Unione Europea di intervenire laddove la crisi del debito metta in pericolo l’euro. Non basterà senza un cambio di marcia di quei Paesi in grossa difficoltà, e nemmeno senza la solidarietà degli Stati più forti. Per ora è la giusta “reazione” per evitare di finire sull’altare sacrificale che è stato allestito negli ultimi giorni.
di Cristiano Arienti
Ps: Secondo Rastani è Goldman Sachs a governare il mondo. E’ possibile. Di sicuro fino a prima della crisi del 2008 Goldman Sachs ha aiutato il governo greco a mascherare il suo bilancio vendendogli derivati con subprime americani per miliardi di euro.